sabato 16 marzo 2024

“CHÂTEAU D'YQUEM” IL NUOVO BELLISSIMO, PREZIOSO E FASCINOSO LIBRO DI CINZIA BENZI, FRANCESCA BRAMBILLA E SERENA SERRANI.


 

La Cultura Enologica in Francia ha una Storia straordinaria e Secolare che ha avuto e ha una grande influenza su tutti gli altri Territori del Mondo dove si produce Vino. Le Zone Vitivinicole Francesi, come Bordeaux, Borgogna, Valle del Rodano, Valle della Loira, Alsazia e Champagne, grazie alla grande qualità della produzione abbinata a una grande capacità di comunicare tale qualità sui mercati mondiali sono considerate da tutti come modelli di riferimento. Una Tradizione Enologica quella Francese che risale al 600 a.C. quando i Greci fondarono “Massalia” (oggi Marsiglia) e introdussero nel Territorio la coltura della Vite.

La produzione di Vino in Francia alla fine 2023 di circa 45 milioni di Ettolitri ha portato il Paese a diventare il Primo Produttore al Mondo.

La qualità dei Vini Francesi, analogamente al sistema in uso in Italia, prevede tre livelli di Denominazione: - “AOC” (Appellation d’Origine Contrôlée) il livello di qualità più alto e rigoroso del sistema e può comprendere anche delle Sottozone; - “Vin de Pays” analogo alle “IGT” Italiane; - “Vin de Table” i Vini che non rientrano, per mancanza o insufficienza di requisiti, nelle categorie superiori. A seconda poi della Zona di Produzione dei Vini esistono delle altre specifiche menzioni come “Château”, “Cru”, “Clos”, che contribuiscono a definire e delimitare il Territorio di Origine dei Vini stessi e di alcune Tipologie.

La “Nuova Aquitania”, la più estesa Regione Amministrativa Francese, è stata istituita, a decorrere dal Primo Gennaio 2016, accorpando le Regioni di AquitaniaLimosino e Poitou-Charentes. Suddivisa in 12 Dipartimenti ha come Capoluogo la Città di Bordeaux. In questa Regione sono ubicate alcune delle più grandi e importanti Zone Vitivinicole Francesi come Bordeaux, Médoc e Margaux conosciute in tutto il Mondo come le migliori per la produzione di Vini grazie al particolareTerroir” (Territorio), il complesso sistema ambientale naturale, chimico, fisico e climatico.

L’Imperatore Carlo Luigi Napoleone Bonaparte (Napoleone III, 1808 - 1873) in occasione della “Exposition Universelle des produits de l’Agriculture, de l’Industrie et des Beaux-Arts” tenutasi a Parigi tra il 15 Maggio e il 15 Novembre 1855, volle redigere un sistema di “Classificazione Ufficiale” dei migliori Vini del Bordeaux esposti per l’occasione. Un ristretto comitato di esperti e commercianti del settore, dopo aver effettuato una selezione di ottimi Vini,  prendendo anche in considerazione l’alta professionalità degli Château (61 i Castelli catalogati) e i costi di produzione, espresse la Classificazione, che prende il nome dall’anno in cui è stata fatta il 1855, ed è ordinata per importanza dal primo al quinto livello per i Vini Rossi: “Premiers Grands Crus Classés”, “Deuxièmes Crus”, “Troisièmes Crus”, “Quatrièmes Crus”, “Cinquièmes Crus”. Mentre per i Vini Bianchi la Classificazione comprese: “Premier Cru Supérieur”, “Premier Crus”, “Deuxième Crus”.

Uno dei Vini Bianchi colonne portante del Territorio del Bordeaux che è passato attraverso i Secoli consolidando le sue pregevolissime peculiarità è lo Château d'Yquem Premier Cru Supérieur".

Château d’Yquem” è una splendida Tenuta, ubicata all’apice di una verdeggiante collinetta, nel piccolo e suggestivo Comune di Sauternes (meno di mille abitanti), una piccola enclave nelle Graves a sud-est di Bordeaux, con più di 400 anni di storia una vera e propria saga epica piena di eventi e illustri personalità.

Lo “Château d'Yquem” è un'Azienda Vitivinicola che da sempre produce un particolarissimo Vino Dolce, grazie a un terroir e un microclima perfetto per lo sviluppo della “botrytis cinerea” (muffa nobile che attacca l’uva), diventato mitico negli anni che ha il suo stesso nome ed è come già accennato l’unico a essere stato ClassificatoSauternes Premier Cru Supérieur” dalla regolamentazione Ufficiale del Vini di Bordeaux del 1855.

Il “Sauternes” è un Vino Dolce Francese rientrante nell’Appellation d’Origine Contrôlée Sauternes una delle suddivisioni dei Vigneti di Bordeaux. La Zona che dal 1936 rientra nella Denominazione comprende Cinque Comuni tutti ubicati a sud di Bordeax sulla riva sinistra del Fiume Garonna e adagiati su entrambe le sponde del Fiume Ciron: Barsac, Bommes, Fargues, Preignac, Sauternes. Le Uve utilizzate nella “AOC Sauternes” sono: Sémillon, Sauvignon Blanc e Muscadelle. La storia della denominazione praticamente coincide con quella dello Château d’Yquem che da sempre ne è la massima espressione.

Durante il Medioevo nella Tenuta d'Yquem esisteva già dal XII Secolo un edificio Fortificato, era di proprietà del Re d'Inghilterra all'epoca anche Duca d'Aquitania. Nel 1453 il sud-ovest della Francia ritornò sotto il dominio della Corona Francese grazie a Carlo VII. Un discendente di una Famiglia Nobile Locale, Jacques Sauvage, fu incaricato a partire da Mercoledì 8 Dicembre del 1593 di custodire la Tenuta e di ristrutturare gli edifici in essa compresi. Gli archivi del dipartimento della Gironda, così come quelli del Castello, dimostrano che già a quell'epoca esistevano pratiche viticole particolari e vendemmie tardive.

Giovedì 16 Luglio 1711, verso la fine del Regno di Luigi XIV, un discendente di Jacques, Léon de Sauvage d'Yquem, ricevette lo “status nobiliare” e acquistò la Tenuta dando inizio sia ai lavori per il completamento del Castello (un quadrilatero attorno ad un vasto cortile, l’edificio e diventatoMonumento Nazionalenel 2003) sia alla paziente opera di realizzazione, appezzamento dopo appezzamento, delle vigne. Nel 1785 Françoise Joséphine de Sauvage d'Yquem a soli 16 anni sposò il Conte Louis Amédée de Lur-Saluces Colonnello del Reggimento Penthièvre-dragons (un reparto di cavalleria) che solo tre anni dopo morì cadendo da cavallo. La giovanissima vedova assunse con una straordinaria intelligenza e bravura la gestione delle proprietà e delle ricchezze della Famiglia che prosperarono.

Al tempo il vino dello Château d'Yquem era già molto apprezzato da famosi personaggi dell’epoca e tale fatto aiutò la giovane Françoise Joséphine a mantenere i beni di famiglia anche durante la Rivoluzione Francese (1789 - 1799) quando, essendo una forte oppositrice, venne imprigionata due volte. Nel 1826, Françoise Joséphine fece edificare la nuova Cantina, perfezionò i metodi di vendemmia e sviluppò la reputazione internazionale.

Sarebbe ancora troppo lungo entrare nei particolari anche avventurosi e interessantissimi della discendenza di Françoise Joséphine a partire da suo Figlio Antoine Marie Henri Amédée de Lur Saluces (1786 - 1823) fino ad arrivare alla Quinta Generazione con Bertrand de Lur Saluces (classe 1888) che morì per arresto cardiaco nelle strade di Bordeaux il 9 Aprile 1966. Bertrand celibe e senza discendenti scelse, poco prima della sua morte come successore alla guida dei possedimenti di Famiglia, suo Nipote Alexandre de Lur Saluces (classe 1934) un grande appassionato che purtroppo si è spento il 24 Luglio 2023 all’età di 89 anni lasciando un gran vuoto nel panorama internazionale dell’enologia.

Nel 1996 lo Château d'Yquem è stato acquistato per il 38% dal Gruppo FranceseLVMH - Moët Hennessy Louis Vuitton SE” e nel 1999 a loro sono andate 64% delle azioni. Il Gruppo fondato da Alain Chevalier e Henry Racamier è oggi Leader Mondiale nel settore del lusso in termini di fatturato con un portafoglio di oltre settanta prestigiosi marchi nel campo dei vini, degli alcolici, nel campo della moda, nei gioielli, in Alberghi di lusso e nei media. Dal Maggio 2004 la gestione dello Château d'Yquem è stata affidata a Pierre Lurton.

Oggi la Tenuta delloChateau d’Yquem”, che ha mantenuto un carattere fortemente artigianale, ha un patrimonio vitato di circa 126 ettari (Varietà: circa 80% Sémillon e 20% Sauvignon Blanc) coltivati con metodi tradizionali nel rispetto della natura, senza uso di diserbanti, vengono concimati a rotazione quinquennale con il solo compost. Le numerose potature favoriscono delle rese quantitativamente molto basse ma eccellenti. Le uve vengono accuratamente raccolte in più passaggi durante la fase di maturazione completa, quando i grappoli vengono attaccati dalla “botrytis cinerea” la muffa nobile che rende magnifici e inimitabili i Sauternes. I chicchi vengono selezionati ad uno ad uno con continui passaggi nelle vigne, durante la vendemmia che dura circa un mese e mezzo.

In Cantina vengono effettuate da 3 a 4 pressature per effettuare la migliore estrazione degli zuccheri naturali presenti nell’uva. Le fermentazioni vengono effettuate separatamente seguendo le date della vendemmia e si realizzano in barrique nuove per un periodo che può raggiungere anche le sei settimane. Da notare che soltanto i vini di alcune specifiche barrique giudicati, dopo accurate e specifiche analisi organolettiche, sono riconosciuti degni di essere messe in commercio e quindi sottoposti a una ulteriore maturazione di 20 mesi. Vengono imbottigliate solo le annate migliori, per esempio durante i cento anni del 1900 ben nove vendemmie non sono state messe in bottiglia. Tutto ciò fin qui descritto ha un costo elevatissimo. Il patrimonio dello “Chateau d’Yquem” sono anche le persone che con le loro famiglie vivono e lavorano quotidianamente da anni nella Tenuta.

Lo Château d'Yquem è un Vino estremamente longevo che si caratterizza per la sua straordinaria complessità e i suoi magnifici sentori che progressivamente si accentuano con il passare del tempo. Un Vino Dolce, vero oro liquido, che si adatta alla perfezione con pietanze salate come foie gras, formaggi importanti e alcuni tipi di carni. Nel 2016 loChâteau d'Yquem 1811” (una bottiglia classica da 0,75 cl.) è entrato nel Guinness dei primati come il Vino Bianco più caro al Mondo essendo stato venduto per settantacinquemila sterline.

Per conoscere e approfondire nel dettaglio tutta la magnifica Storia delloChateau d’Yquemvi consiglio vivamente un super interessante Libro uscito da poche settimane: “Chateau d’Yquemdi Cinzia Benzi, Francesca Brambilla e Serena Serrani.

Cinzia Benzi, nata a Canelli nel Monferrato in Piemonte, da sempre ha manifestato il desiderio di uscire dai confini regionali per esplorare il mondo. Il nettare di Bacco è una delle sue ragioni di vita, una passione travolgente trasmessa dal padre Carlo. Vive tra Milano, città che l’ha adottata e permesso di misurare le sue capacità professionali, e Canelli dove nel 2020 è tornata a vivere stabilmente con il marito Daniele, l’amore della sua vita. La Francia è il suo paese d’adozione, la sede dei suoi studi enoici e per le amicizie. Anche gli studi di psicologia sono stati fondamentali per la sua professione. Cinzia è stata rapita dalla galassia gastronomica, complice un’insospettabile indole da buongustaia, in seguito all’incontro con il grande giornalista Paolo Marchi, ideatore e curatore di “Identità Golose” il Congresso Internazionale di cucina e pasticceria, con il quale ormai lavora da molti anni.

Francesca Brambilla è Milanese, diplomata in fotografia all’Istituto Europeo di Design di Milano. Il suo amore per la fotografia nasce in maniera istintiva e viscerale, come diretta conseguenza del suo modo di essere. Le sue doti umane e professionali la rendono la persona ideale per coordinare i diversi ruoli che ruotano intorno alla creazione di un’immagine di food. Così, nasce il suo speciale approccio alla fotografia che la rende una specialista dello still life. Nel 2006, ha fondato, con Serena Serrani, lo “Studio Brambilla Serrani” e insieme si si sono affermate tra le interpreti di punta della “food photographyItaliana e Internazionale, ricevendo numerosi riconoscimenti e premi.

Serena Serrani è Anconetana, ha studiato Scienze della Comunicazione all’Università Politecnica delle Marche dove si è laureata in Filosofia dei linguaggi con una “tesi sul linguaggio fotografico”. Riflessiva e acuta osservatrice, Serena predilige il cinema e il teatro considerando questi ambiti i più affini alla sua sensibilità, tanto da proseguire gli studi con un Master in Fotografia dello Spettacolo. Il suo percorso professionale è iniziato nella fotografia teatrale, dove ha sviluppato le sue grandi doti tecniche e interpretative nella mutevolezza della drammaturgia ricevendo molti riconoscimenti. L’incontro con Francesca Brambilla le ha fatto capire che poteva unire alla fotografia le altre sue due altre grandi passioni, il cibo e il vino.

Château d’Yquemè un bellissimo volume monografico edito da Seipersei nel formato 22,5 x 29 cm., con copertina cartonata, di 176 pagine. Nel Libro i testi di Cinzia Benzi affascinano e coinvolgono rivelando anche alcuni segreti fino a ora ben custoditi, le sue parole sono un’assoluta dichiarazione d'amore unica e potente agli spiriti e alla magia dello Château d’Yquem nel riuscito tentativo di raccontare un mito. Le pagine del Libro sono ricchissime di stupende ed evocative foto a colori di Francesca Brambilla e Serena Serrani oltre alle suggestive illustrazioni di Gianluca Biscalchin.

Alla stesura del Libro hanno partecipato, con le proprie riflessioni, anche famosi Giornalisti Enogastronomici come Eleonora Cozzella, Federico De Cesare Viola, Maddalena Fossati Dondero, Andrea Grignaffini, Paolo Marchi, Leila Salimbeni, oltre ai contributi del Master of Wine Gabriele Gorelli e di Massimo Bottura e Giuseppe Palmieri, rispettivamente Chef Patron e Direttore di Sala dell’Osteria Francescana (Tre Stelle Michelin) di Modena.

Giulia Corino ha contributo alla versione in Lingua Inglese e Bernadette Vizioz insime a Tiphaine Illouz-Assouly per quella in Francese.

Château d’Yquemdi Cinzia Benzi, Francesca Brambilla e Serena Serrani è un Libro bellissimo, prezioso e fascinoso che racconta la storia di un mito: un Libro assolutamente da leggere.

https://yquem.fr/int-en/

https://www.youtube.com/watch?v=wwi-m8c_fC0


"Château d'Yquem": un Mito (Foto B&S)

"Château d'Yquem" Visto da Gianluca Biscalchin

"Château d'Yquem": Castello e Vigne (Foto CdY)

 "Château d'Yquem": Una Vista delle Vigne (Foto B&S)

"Château d'Yquem": Fascino Senza Tempo (Foto B&S)

"Château d'Yquem": Oltre 400 Anni di Storia (Foto B&S)

Francesca Brambilla, Cinzia Benzi, Serena Serrani

"Château d'Yquem": Oro Liquido (Foto CdY)

"Château d'Yquem":  il Libro

venerdì 8 marzo 2024

“STEFANIA CALUGI TARTUFI” A CASTELFIORENTINO (FI) GLI ANTICHI E GENUINI SAPORI DI UNA DELLE MERAVIGLIE DELLA NATURA.




In una delle storie della “mitologia Greca” (la raccolta e lo studio dei miti appartenenti alla cultura religiosa) si narra del padre di tutti gli dei “Zeus” (gli antichi Romani lo chiamavanoGiove”) che avrebbe lanciato un fulmine in prossimità della base di un albero, una quercia, e che da tale fatto sia nato il preziosissimo “Tartufo”. Infatti questo particolare, raro e incredibile fungo vive grazie al nutrimento ricavato dalle radici degli alberi, attende l’acqua per cedere alle piante elementi minerali, non ha rami, foglie o tronco, è un figlio della terra e del buio, crescendo nell’oscurità del terreno senza usufruire dei raggi del sole.

I Tartufi erano già conosciuti e usati nell’alimentazione umana più di 4000 anni fa.

Sebbene sia i Sumeri, i Babilonesi, gli Egiziani, gli Etruschi e i Greci conoscessero questa delizia bisogna arrivare alla metà del I Secolo d. C., per trovare una sua prima traccia scritta nell’opera monumentale in 37 volumiNaturalis Historia” (Osservazione della Natura), di Gaio Plinio Secondo (conosciuto come Plinio il Vecchio). Qui il “tartufo”, allora denominato “tuber terrae”, veniva descritto come un prodotto prodigioso della natura, anche con proprietà afrodisiache, in quanto nasceva e cresceva senza radici.

Ignoranza e superstizione fecero sì che per quasi tutto il Medioevo (476 - 1492) il “Tartufo” fosse considerato il “cibo del diavolo e delle streghe” e bandito da tutte le tavole. Solo nel Rinascimento (circa tra il 1400 e il 1600) grazie all’impegno di donne straordinarie come Caterina de’ Medici e Lucrezia Borgia che tale pregiato e gustoso fungo tornò a essere apprezzato e a diffondersi non solo in Italia ma anche in tutta Europa.

L’Italia è uno dei maggiori produttori al Mondo di tartufi”. Praticamente tutte le Regioni Italiane hanno una vocazione Tartufigena (di produzione o coltivazione), tranne rare eccezioni.

In Italia si possono trovare: il Tartufo Bianco Pregiato, il Tartufo Nero Pregiato, il Bianchetto (Tartufo Marzuolo), lo Scorzone (Tartufo Estivo), il Brumale (Tartufo Nero d’Inverno) l’Uncinato Fresco (Tartufo Scorzone Invernale), il Tartufo Nero Liscio, e il Mesenterico (Tartufo Nero di Bagnoli Irpino, nome che gli deriva dalla zona di riferimento). Ogni specifica tipologia di Tartufo ha un proprio periodo di maturazione e un proprio Territorio, dove si sviluppa al meglio; a carattere Nazionale la raccolta è severamente regolata ma ogni Regione ha le sue specifiche normative.

I “Tartufai”, con la zappetta in mano, cercano il prezioso “frutto” interrato con il fondamentale aiuto dei cani che setacciano minuziosamente il terreno. Non esiste una vera e propria razza di cani da tartufo, ma ogni animale deve avere delle spiccate attitudini naturali, come il forte fiuto, per essere selezionato e addestrato.

La scienza che studia i tartufi si chiama “idnologìa”, il termine deriva da “hydnon” nome con cui gli antichi Greci chiamavano il “tartufo”.

La superficie esterna del tartufo si chiama “peridio”, può essere più bitorzoluta se il terreno di ritrovamento è più compatto e duro, piuttosto liscia e tondeggiante se il terreno è più morbido. La parte interna è denominata “gleba”. Il tartufo è fatto in gran parte di acqua, circa l’80%; ha pochissimi grassi e non molte proteine, ma contiene fosforo, magnesio e calcio.

La raccolta e la commercializzazione del Tartufo è regolata, come già accennato, da un severo disciplinare a carattere Nazionale e Territoriale, nella Regione Toscana dalla Legge Regionale n. 50, del’11 Aprile 1995.

Le Zone d’Italia più famose, per questo miracolo della natura che allieta magnificamente da secoli i nostri palati, sono: Alba, in Provincia di Cuneo in Piemonte, Acqualagna, nella Provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche, in molte zone del Lazio e San Miniato in Toscana.

L’antico Comune di San Miniato, dal 1925, appartiene al territorio della Provincia Pisana. Si trova a metà strada sul percorso che unisce le Città di Firenze e Pisa. Il suo Centro Storico sorge arroccato su tre colli limitrofi alla piana dove scorre il Fiume Arno. Le sue origini risalgono all’ VIII Secolo quando dei Longobardi (tribù germanica orientale) vi si stabilirono costruendo prima una Chiesa e successivamente una Rocca. Per questo motivo per molti secoli San Miniato fu chiamataSan Miniato al Tedesco”.

Dal 1969, ogni anno (con solo rarissime eccezioni), il secondo, terzo e quarto fine settimana del Mese di Novembre, la Cittadina si anima per la Mostra Mercato Nazionale del preziosissimo Tartufo Bianco (“Tuber Magnatum” secondo la denominazione del medico Torinese Vittorio Pico del 1788) delle Colline Sanminiatesi. Il Tartufo dall’aroma intenso e avvolgente, che madre natura, ogni anno, ci dona da secoli, in vari periodi dell’anno, ha reso famosa anche San Miniato nel Mondo.

Il “Tartufo”, fungo dal corpo fruttifero ipogeo (sotterraneo), è una dell’eccellenze di questo particolare Territorio della magnifica campagna Toscana che ha un habitat, ideale e unico, fatto di boschi di pioppi, tigli, querce e salici.

Nel 1982, da un'iniziativa dell'amministrazione Comunale di San Miniato e di alcuni tartufai, è nata l'AssociazioneTartufai delle Colline Sanminiatesi” con l'obbiettivo di "favorire la tutela, la raccolta, la produzione e la valorizzazione del Tartufo Bianco di San Miniato” anche attraverso un'opportuna opera d' informazione e propaganda. Oggi l’Associazione è la più grande della Toscana e una delle prime a livello Nazionale con oltre 400 iscritti, e copre una vasta zona geografica di produzione (oltre il 25% della produzione nazionale e mondiale) del “Tartufo Bianco Pregiato delle Colline Sanminiatesi”. Questo "diamante della terra" è infatti largamente presente nelle aree collinari e fondovalle delle Colline Sanminiatesi, la particolare combinazione delle condizioni climatiche, geologiche e botaniche della zona lo rendono il migliore in assoluto, con caratteristiche olfattive e aromatiche inconfondibili.

Oltre a San Miniato nell’Associazione rientrano i territori di altri 29 Comuni limitrofi tra cui c’è Castelfiorentino.

Castelfiorentino è un antico Comune di circa 17.000 abitanti, dal 15 Luglio 2019 si fregia del titolo di Città, rientra nella Città Metropolitana di Firenze, dista circa una trentina di chilometri dal Capoluogo Toscano. Il Territorio di Castelfiorentino confina con la Provincia di Pisa e rientra nell’Unione dei Comuni Circondario dell'Empolese Valdelsa. A Castelfiorentino ogni anno si svolgono numerose e interessanti Manifestazioni Folcloristiche anche agroalimentari.

A Castelfiorentino nel 1998, in Località Monte Maggiore, sono riemersi i resti fossili di una balena vissuta nella zona oltre tre milioni di anni fa, in un periodo in cui le attuali campagne lasciavano il posto alle calde acque del Mare Tirreno. Lo scheletro, di grande interesse scientifico, è considerato dagli studiosi il più completo fossile di balena mai scoperto in Europa.

Una delle cinque Frazioni del Comune oltre a Castelfiorentino è Cambiano. La Frazione è ubicata in linea d’aria a poco più di 12 Km. da San Miniato e 3 da Castelfiorentino. Deriva il suo nome dalla Famiglia Cambi che, nel XV Secolo, acquistò i resti di un antico Castello medievale della zona e in seguito vi costruì sopra un'imponente Villa. Tale villa presenta un rilevante interesse per la storia dell'arte in quanto nella sua architettura si sono succeduti vari stili architettonici in particolare cinquecenteschi e settecenteschi.

Proprio in una zona riservata alle Aziende della Frazione di Cambiano in Via Cerbioni al Civico 38 ha Sede la Ditta di cui desidero parlarvi: la Stefania Calugi Tartufi.

La “Stefania Calugi Tartufiè una realtà al femminile che nasce nel 1987 dal forte legame tra Stefania Calugi e suo Babbo Renato, grandissimo appassionato e discendente da generazioni di tartufai. Il Padre le ha trasmesso oltra alla passione per i “tartufi” e l’amore per la terra anche la voglia di provare e il coraggio di osare, dalla Madre invece ha appreso la precisione, la costanza e l’amore per la buona cucina. Questi forti e tradizionali legami hanno spinto Stefania a coltivare il sogno di far conoscere e apprezzare i “classici e straordinari sapori Toscani” rielaborati in chiave contemporanea a un pubblico sempre più grande seguendo i suoi due fondamentali pilastri: il tartufo e la ricerca dell'eccellenza.

Con grande caparbietà, estrema passione e totale dedizione Stefania Calugi è riuscita, nel corso degli anni, a raggiungere l’eccellenza nella ricerca e nella trasformazione dei tartufi. Donna e impresa, una combinazione che ha posto a Stefania non poche difficoltà, ma anche molte soddisfazioni. Oggi il suo sogno si è avverato, il suo piccolo laboratorio artigianale iniziale, aperto a soli 18 anni, di soli 67m² è diventato un’Azienda con oltre 1500 m² e 25 dipendenti, di cui 16 sono donne. Un’impresa di eccellenza Italiana al femminile, che dimostra come è possibile fare azienda in un modo diverso, pulito e positivo: l’Azienda Toscana di tartufi è diventata infatti una realtà internazionale, con export in oltre 40 Paesi del Mondo e un fatturato di circa 7 milioni di euro.

Dal 2006 Jurij Marchetti, appena Laureatosi a Siena in Scienze Politiche, è arrivato in Azienda in supporto a Stefania Calugi. Jurij è nato a Poggibonsi (SI) è un espertissimo tartufaio oltreché compagno e collega.

Negli anni l’Azienda ha acquisito oltre 30 ettari di tartufaie certificateBio”, esse servono all’approvvigionamento per il mercato del prodotto fresco e per la trasformazione in prodotti tracciati in filiera corta. Proprio in questi magnifici e verdeggianti terreni Aziendali è nata “La Strada del Tartufo” un’esperienza fascinosa e immersiva nel meraviglioso mondo del tartufo. Tartufai esperti accompagnati da cani appositamente addestrati guidano i partecipanti in un percorso tra i magici sentieri boschivi con l’obiettivo di far vivere loro un’esperienza diretta e unica a contatto con la natura e il tartufo. L’esperienza se si vuole comprende anche la caccia al tartufo, degustazioni, aperitivi, pranzi e picnic a base di tartufi e visita ai laboratori.

La “Stefania Calugi Tartufiè specializzatissima nella vendita di tartufi e funghi freschi che vengono selezionati e lavorati accuratamente in base alle specifiche esigenze del cliente e vengono successivamente spediti, secondo modalità e processi logistici collaudati e consegnati entro 24-48 ore in tutto il Mondo. Ma oltre a ciò la gamma dei loro prodotti spazia seguendo varie interessantissime linee  dove vengono creati prodotti con ricette sia per tendenze vegetariane e vegane sia per chi ricerca il tradizionale rivisitato con gusto e fantasia.

Tutti i loro Prodotti hanno fasi di realizzazione che rispettano diversi manuali di certificazione come quello delMade in Italy”,  conferito dall’Istituto per la Tutela dei Produttori Italiani, e spiccano per la grande qualità e l’intelligenza con cui sono realizzati, come il famoso “Affettato di Tartufo Estivo” o, ispirandosi alla fama afrodisiaca del tartufo, la LineaPetali di Tartufo” in cui sottili fette di tartufo disidratato racchiudono e amplificano il sapore e il profumo del tartufo fresco in tre diverse declinazioni.  

Negli anni la “Stefania Calugi Tartufi” di Castelfiorentino (FI) ha ricevuto moltissimi Premi per l’alta qualità e la sostenibilità di tutto ciò che viene lavorato oltreché per la straordinaria competenza.

Non posso aggiungere altro sennonché le chiare parole di Stefania Calugi: “Ogni giorno valorizziamo la nostra terra, sperimentando nuove ricette, cercando il connubio perfetto fra tradizione e innovazione, per dare vita a prodotti genuini e sorprendenti.”

https://tartufi.it/

https://www.youtube.com/watch?v=tUCaqP4nO0A


"Stefania Calugi Tartufi" a Castelfiorentino (Foto SCT)

Esposizione dei Prodotti (Foto SCT)

Jurij Marchetti e Stefania Calugi (Foto SCT)

Cestino da Picnic (Foto SCT)
 
Gustose Delizie (Foto SCT)

"Petali di Tartufo" sulle Ostriche (Foto SCT)

La Tradizione Rivisitata con Gusto e Fantasia (Foto SCT)

Fantastici e Genuini Sapori (Foto SCT)

Stefania Calugi e i suoi Magnifici Tartufi (Foto SCT)

giovedì 29 febbraio 2024

AZIENDA VITIVINICOLA E AGRITURISMO “LE PALAIE” A PECCIOLI (PI) UN PARADISO DOVE POTER AMARE E SOGNARE TRA VERDEGGIANTE NATURA, VINO E CIBO.




Peccioli è un piccolo Comune (circa 5.000 Abitanti) della Provincia di Pisa nella magnifica Regione Toscana. Il Paese domina dall'alto della sua panoramica collina la Valle dell'Era lungo la direttrice che da Volterra conduce a Pisa, ed è una località a forte vocazione agricola e turistica. Grazie al centro storico e all'area rurale circostante, molto ben preservati, è uno dei 279 Borghi Italiani ad aver ottenuto la qualifica di “Bandiera Arancione” la certificazione di “qualità turistico-ambientale” del “Touring Club Italiano” per i luoghi più meritevoli dell’entroterra.

Il Territorio di Peccioli ha una lunghissima storia in quanto risulta abitato fin dal lontanissimo Periodo Neolitico, ma è soprattutto dal Primo Millennio a.C. che si registra una fisionomia più definita con manifestazioni di popolamento Etrusche.

Ai nostri giorni, come già accennato, l'attività agricola è una delle più importanti ed è caratterizzata dalla presenza di Aziende vinicole e olivicole, nonché di numerose Aziende agrituristiche. Peccioli è molto visitata dai turisti sia Italiani sia stranieri, in prevalenza Tedeschi e Olandesi, anche grazie alla sua ubicazione non lontana dalle Città artistiche della Toscana e anche grazie alla buona ricettività del Territorio.

Nonostante che il Comune sia di dimensioni ridotte il suo comprensorio ospita uno dei siti di smaltimento più grandi e avveniristici della Regione che è una fonte di notevole arricchimento per il Territorio stesso.

Anche a simbolo della ricchezza del Territorio Comunale di Peccioli si ergono possenti “gigantesche sculture” e la “passerella pedonale”.

Quattro le gigantesche e maestose sculture ubicate dal 2011 in diversi luoghi che raffigurano figure umane alte da 5 a 9 metri, sono state realizzate dall’AziendaNaturaliter” in polistirene e poliuretano espanso e rivestite di fibre di cemento per renderle resistenti agli agenti atmosferici. La super fascinosa e panoramicissima passerella pedonale, dotata di tre ascensori, inaugurata il 31 Dicembre 2020, è una realizzazione in acciaio sospesa a 30 metri d’altezza e lunga 72 metri, collega il Centro Storico del Borgo Medievale ai parcheggi della parte bassa del Paese, la più nuova. La passarella è anche un’opera d’arte denominataEndless Sunset” (Tramonto Infinito) visto che l’artista Milanese Patrick Tuttofuoco l’ha “avvolta” in tutta la sua lunghezza con un sinuoso e grande nastro continuo in acciaio inox colorato nelle tonalità del tramonto, una progressione cromatica che riprende i minuti in cui il sole tramonta. La passerella di giorno è estremamente suggestiva e di notte, tutta illuminata, è un vero spettacolo.

Peccioli si raggiunge tramite una diramazione della Strada Statale 439 Sarzanese Valdera, la direttrice che congiunge Volterra e Pontedera. Un’altra principale via di accesso è la Strada Provinciale della Fila, che mette in comunicazione Peccioli e la Valdera con la direttrice Firenze-Pisa (strada denominata FI.PI.LI.).

Uscendo da Peccioli e percorrendo Via del Molino, in direzione della Frazione di Fabbrica di Peccioli per circa 4 chilometri, troverete sulla destra l’indicazione di una Tenuta estremamente interessante sotto molto punti di vista: l’Azienda Vitivinicola e AgrituristicaLe Palaiedi Giovanna Caponi.

L’Azienda Le Palaienasce da una storia di Famiglia intrisa di amore per la terra e la natura in genere.

Angelo Caponi, per tutti Nino, nasce in una Famiglia di coltivatori diretti e allo stesso tempo imprenditori, fin da giovane ha avuto una fervida intelligenza e una ferrea volontà. Nino dopo la Laurea in Economia e Commercio, conseguita a soli 24 anni, è entrato a lavorare in una delle attività della Famiglia, la DittaGori” che opera nel settore della logistica e dei trasporti.

Grazie al grande impegno e all’entusiasmo supportato dalla visione derivante dai suoi studi Universitari Nino in pochi anni ha reso la “Gori” un’Azienda internazionale leader nei trasporti specializzati e refrigerati via nave, in particolare di prodotti vitivinicoli, rafforzando la sua presenza nei Porti Italiani, Francesi, Tedeschi e Spagnoli e spingendosi anche oltreoceano, in India, Australia, Estremo Oriente e Sud America.

Ma a Nino Caponi non bastava il successo della sua Azienda, voleva realizzare anche un sogno, quello di trovare un luogo incontaminato in cui poter liberare la parte più bella e più profonda di sé, un Paradiso, un luogo naturale e magico dove potersi riunire con la Famiglia e gli Amici.

Ecco che dopo moltissime ricerche e sopralluoghi Nino Caponi trovò il luogo sognato e per Lui fu un vero e proprio colpo di fulmine. Il “Paradisoera in Alta Val d’Era nel Comune di Peccioli davanti a un magnifico paesaggio dove la tavolozza dei colori delle colline sembrano pennellate di Pittori impressionisti, dove l’aria è fine e ha un profumo incantevole, dove il terreno agricolo e estremamente fertile, dove la ricchissima biodiversità vegetale e animale regna indisturbata. Tra il 1994 e il 1996 Caponi insieme all’adorata Moglie Paola acquistò un primo lotto di terreni a cui venne dato il nome con cui erano originariamente accatastati: “Le Palaie”.

L’amore per “Le Palaie” si è autoalimentato negli anni grazie alla passione e alla creatività della Famiglia Caponi che ha visto crescere in tutti i sensi la Tenuta anno dopo anno. Due gruppi di fascinosi fabbricati d’epoca, tutti restaurati e divisi in appartamenti perfettamente integrati nel paesaggio e nello spirito del luogo, dotati (con discrezione) di tutte le più moderne tecnologie, da una parte l’Agriturismo e poco distante la Villa Padronale, intorno a loro molte altre Strutture comprese le piscine e il campo da tennis. Un totale di 150 ettari di cui 19 sono coltivati con vigneti di altissima qualità (nel 2004 la prima vendemmia) a cui si aggiungono 4 ettari di seminativo per fauna ed entomofauna ai fini della conservazione e del ripopolamento dell’ambiente, e i 20 ettari di magnifici e verdeggianti boschi di pioppi. Grande spazio è destinato anche alle 1860 piante di Olivo, una delle colture più importanti, tradizionali e tipiche della Toscana.

Dopo impegnativi lavori di sbancamento e costruzione nel 2012 è stata inaugurata la nuovissima Cantina progettata e fortemente voluta da Nino Caponi. Una Cantina bella, panoramica, luminosissima e molto accogliente con grandi spazi per le degustazioni e una enorme terrazza, che rappresenta il cuore della vocazione enologica della TenutaLe Palaie”, dotata delle più moderne tecnologie per la vinificazione. Una Cantina autosufficiente dal punto di vista energetico e idrico, espressione di massima innovazione nel rispetto della tradizione. Dal piano superiore, adibito all’accoglienza e alla degustazione, si scende nei locali tecnici passando per una grande scala scenografica con pareti in vetro.

Le vasche di vinificazione troncoconiche in acciaio e cemento sono dotate di follatore su rotaia, la temperatura delle vasche, l’aerazione e la climatizzazione dei locali di vinificazione sono costantemente monitorate, così come il processo di invecchiamento nella Barricaia interrata. Le fasi di deraspatura, pressatura e vinificazione sono gestite con le più moderne procedure.

La Barricaia custodisce tonneaux e botti di grandi dimensioni, caratelli (botti in legno di alberi da frutto, costruite da un artigiano locale, per custodire l’invecchiamento del loro Vino Passito) e contenitori realizzati in cocciopesto, un materiale antico ereditato dai tempi degli antichi Romani. In questo ambiente magico i vini da Loro realizzati maturano a regola d’arte. In Barricaia accanto alle botti si trovano belle e suggestive sculture disposte all’interno di nicchie che trasformano l’ambiente in una vera a propria galleria d’arte.

Tutto il processo produttivo della Cantina è impostato sulSistema SAen5000” dell’Azienda Parsec specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti, attrezzature e sistemi di controllo integrati per la vinificazione. Il Sistema Integrato SAen5000” permette la gestione intelligente e dinamica dei parametri di controllo e l’interazione con tutti i possibili livelli di automazione nelle operazioni di vinificazione e affinamento dei Vini.

Purtroppo Nino Caponi è venuto a mancare all’età di 82 anni il 9 Settembre del 2020 e a causa di altre tristissime vicissitudini Familiari alla guida della TenutaLe Palaie” è arrivata la Figlia più piccola Giovanna Caponi, la Figlia che mai aveva pensato di assumersi tale responsabilità.
Ma la Livornese Giovanna Caponi è Donna del tutto eccezionale, per 30 anni ha lavorato nell’Azienda di Spedizioni di Famiglia occupandosi della parte finanziaria, tale fatto le ha permesso di girare in buona parte del Mondo. Nel 1993 Giovanna ha sposato Giovanni Soriani e dalla loro unione sono nati tre bellissimi Figli: Sara (1994), Cosimo (1997) e Maurizio (2004).

Scomparso il Padre da subito Giovanna si èrimboccata le maniche” e con intelligenza e grandissima tenacia, contornandosi di un gruppo di fidati collaboratori, ha preso saldamente il timone dell’AziendaLe Palaie”.  

Recentemente sono andato in visita alla TenutaLe Palaiee accompagnato dal bravo Enologo Maurizio Trapani ho visitato sia l’Agriturismo sia l’Azienda.

Maurizio Trapani è nato in Germania nel 1984, si è Laureato in Viticoltura ed Enologia all’Università di Pisa, prima di arrivare a “Le Palaie” agli inizi del 2023 ha fatto importanti esperienze in note Aziende Vitivinicole in Piemonte, Toscana, Trentino-Alto Adige e Sicilia.

Insieme a Maurizio, che è stato molto preciso nel descrivermi dettagliatamente ogni più piccolo particolare, ho visitato sia l’Agriturismo sia le Vigne e gli Oliveti. Successivamente scesi in Cantina abbiamo fatto alcune interessanti degustazioni di Vini presi dai Tini e dalle BottiSvariate sono le Tipologie di Vitigni che qui vengono usate per produrre Vini: Vigor, Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Petit Verdot, Sangiovese, Viognier, Canaiolo, Colorino, Malvasia Nera e Bianca, Colombana, Trebbiano, Canaiolo Bianco e Alicante.

L’area su cui sorge la Tenuta è di origine marina, il suolo è principalmente sabbioso, con vene importanti di argilla: non è raro trovare fossili marini e conchiglie lungo i vigneti. Questa particolare e originale peculiarità dona a questi terreni la speciale salinità che contraddistingue tutti i “Vini dell’Azienda Le Palaie”. Vengono prodotte circa 60.000 Bottiglie l’anno distribuite anche in importanti canali Internazionali.

La gentilissima e straordinaria Titolare Giovanna Caponi in persona con grandissima disponibilità, nella grande, luminosa e panoramica Sala degustazioni della Cantina attrezzata anche con un angolo Cucina, ha preparato un delizioso e abbondante pranzo durante il quale sono state stappate altre Bottiglie per continuare ad assaggiare i Vini e l’Olio Extravergine di Oliva dell’Azienda.

La TenutaLe Palaie” grazie alla magnificenza della natura, alle strutture super accoglienti, panoramiche e immerse nel verde, all’ottima qualità delle loro produzioni è il luogo perfetto per trascorrere giorni di assoluto relax e organizzare qualsiasi tipo di eventi, cerimonie, pranzi e cene, oltreché praticare sport.

L’Azienda Vitivinicola e Agriturismo Le Palaiedi Peccioli (PI) di Giovanna Caponi è un ospitaleparadiso terrestredove abbandonarsi per poter amare e sognare tra la verdeggiante natura, degustando Vino e Cibo di grande qualità.

https://lepalaie.it/

https://www.youtube.com/watch?v=12OICcuTK4Q


Azienda "Le Palaie" a Peccioli (PI)

Giorgio Dracopulos con l'Enologo Maurizio Trapani 

Il Panorama (Foto Le Palaie)

L'Ingresso alla Cantina

La Grande e Panoramica Terrazza della Cantina (Foto Le Palaie)

Giovanna Caponi con il Marito Giovanni Soriani

Cantina: Una Vista

Barricaia: Una Vista 

Barricaia: Botti Grandi e Sculture 
 
Una Vista della Grande e Luminosa Sala Degustazioni

I Vini Degustati

Giovanna Caponi e Giorgio Dracopulos

mercoledì 21 febbraio 2024

AL NOTO E ACCOGLIENTE RISTORANTE “20TRE” DI GENOVA IL NUOVO CHEF È IL BRAVO DAVIDE DIANE.




La Liguria è una bellissima Regione Italiana Nord-occidentale con Capoluogo Genova; è bagnata a Sud dal Mar Ligure, a Ovest confina con la Regione Francese Provenza-Alpi-Costa Azzurra, a Nord con Piemonte ed Emilia-Romagna e a Sud-est con la Toscana. La Liguria dal 2007 rientra nell'Euroregione Alpi-Mediterraneo (AlpMed) una porzione di Territorio Europeo a cavallo tra Francia e Italia.

La Liguria si estende su 5.416,21 km²una delle Regioni più piccole d'Italia) e supera il milione e mezzo di abitanti ed essendo, grazie alle tante meraviglie del suo Territorio, un’ambita destinazione turistica registra annualmente circa 80 milioni di visitatori. La Regione è incorniciata tra le Alpi Liguri e l'Appennino Ligure a Nord, con una catena ininterrotta che costituisce una vera e propria dorsale montuosa, e il Mar Ligure a Sud.

Le Coste della Liguria sono in genere alte, rocciose, frastagliate, soprattutto nella Riviera di Levante, mentre in quella di Ponente c’è alternanza tra rocce a picco sul mare e spiagge sabbiose, talvolta vengono interrotte da estuari di piccoli fiumi, spesso a carattere torrentizio, che solcano il territorio perpendicolarmente alla costa scorrendo in profonde vallate.

La Liguria è una terra ricca di bellezze naturali che coinvolgono terra (ha anche una superfice boschiva pari al 62%) e mare rendendola fertile a una varietà di ecosistemi, ciò ha favorito la nascita di un Parco Nazionale, ben 9 Parchi Regionali e 3 Riserve Naturali per un totale del 12% del suo Territorio. A tutto questo si aggiungono le Aree Marine Protette (Cinque Terre e Portofino) e il Mar Ligure rientra nel “Santuario per i Mammiferi Mariniistituito in Italia nel 1991.

La Liguria è patria di eccellenze vinicole che vantano diverse Denominazioni di Origine Controllata, come il Rossese di Dolceacqua, l’Ormeasco di Pornassio, il Valpolcevera e il Golfo del Tigullio oltre ai Consorzi per la Tutela dei Vini DOP e IGP, come il Cinque Terre e il Liguria di Levante. In Liguria si trovano magnifici prodotti tipici come l’Olio Extravergine d’Oliva, le Acciughe di Monterosso, l’Albicocca Valleggia, i limoni, il distillato di prugne, il miele d’acacia e di castagno. Nelle aree dove viene praticata l'orticoltura nascono colture tipiche di altissima qualità: il pomodoro "cuore di bue", il basilico, il carciofo spinoso, l'asparago violetto di Albenga, i cavoli, gli spinaci, le zucchine, le insalate e nelle zone più interne è molto interessante la produzione di patate.

Una menzione speciale merita il “basilico” che negli ultimi anni è stato al centro di una speciale ricerca varietale che ha portato alla richiesta di iscrizione del “basilico Ligure” nel registro previsto dalla vigente normativa delle varietà nazionali ottenendo poi anche la Denominazione di Origine Protetta e un apposito disciplinare. 

Nel tratto di Costa della Riviera Ligure di Ponente denominatoRiviera dei Fiori” hanno assunto notevole importanza le coltivazioni floricole, all'aperto o in serra, che oltre a essere bellissime alimentano una consolidata economia della zona.

Tutto questo stupendo scenario è dominato dall’antica Città Portuale di Genova adagiata nella parte centrale e interna dell'omonimo Golfo.

Oggi Genova è il Capoluogo Ligure e cuore di una vasta area urbana che corrisponde alla Città Metropolitana, uno dei principali poli economici, industriali e culturali del nostro Paese e il suo Porto è il più grande, importante e famoso d'Italia. Ma Genova ha una storia antichissima lo dimostrano i ritrovamenti di un piccolo insediamento di Epoca Neolitica risalente a circa il 4000 a.C. e altri reperti dell’Età del Bronzo (dal 3400 a.C. al 1100 a.C.).

Il periodo del maggiorsplendoredi Genova (quando anche il Poeta e Filosofo Francesco Petrarca l’aveva soprannominata “la Superba”) fu quella che la vide diventare, per ben sette Secoli (1099 - 1797), una della 4 principali e mitiche Repubbliche Marinare e una delle più grandi potenze navali del continente. In particolare tra il 1100 e il 1400 Genova ha svolto un ruolo di primissimo piano nel commercio in Europa, in tutto il bacino del Mediterraneo e anche molto più lontano, diventando una delle Città più ricche del Mondo.

Come esempio di tanta ricchezza anche la fondazione nel 1407 del “Banco di San Giorgiola più anticaBanca di Deposito Statale” che ha svolto un ruolo importantissimo sia economico sia politico visto che attraverso i Secoli molti Regni Europei ci si indebitarono.

A Genova si trovano importanti Edifici di grande valenza religioso/culturale come la Cattedrale di San Lorenzo, diverse decine di Basiliche e Chiese, le principali e più antiche delle quali si trovano nel Centro Storico. In diversi casi esse sorsero come Cappelle gentilizie delle principali famiglie cittadine ed erano quindi un modo per mostrare il proprio prestigio. Nel Centro Storico caratterizzato dai “caruggi” (vicoli e porticati tipici) molti dei Palazzi più belli dal 2006 sono rientrati tra i siti “Patrimonio Mondiale dell'Umanità” (UNESCO). Altri Simboli fondamentali della Città sono la “Lanterna” (l’antico Faro Portuale alto 117 m.) e la monumentale “Fontana” (1936) di Piazza De Ferrari la vera e propria Piazza principale cittadina.

In una zona del Centro Storico di Genova in un'area anticamente sotto il dominio della Nobile Famiglia Doria c’è uno dei “carrugi” che precedentemente era stato intitolato alla Famiglia Garibaldi ma che oggi si chiama Via David Chiossone.      

Il Genovese David Chiossone (1820 - 1873) è stato un illustre Letterato, Drammaturgo e Medico, Assessore all'Igiene del Comune di Genova che divenne molto noto per aver promosso la fondazione, nel 1868, dell'Istituto David Chiossone per ciechi e ipovedenti di Genova.

Proprio in Via David Chiossone al Civico 20r all’interno di un fascinoso Palazzo del XV Secolo, si trova, dalla fine del 2015, un Ristorante molto accogliente, curato ed elegante, denominato20TRE”.

Il Ristorante20TRE” nasce dalla collaborazione di tre soci (da cui il TRE”) Barbara Palazzo, Andrea Venturi e Stefano Dagnino, che da sempre hanno avuto una grande passione per la buona Cucina e i piaceri della Tavola.

Varcare la soglia del “20TRE” è come entrare nel salotto caldo e accogliente di un caro amico che ci accoglie nel migliore dei modi mentre in cucina si sta preparando del buonissimo cibo. La presenza del legno anche nel pavimento, le luci soffuse, i tendaggi che reinterpretano in chiave moderna quelli dei palazzi storici Genovesi, le lampade di Ingo Maurer, le stampe Campari, le sculture di giocattoli retrò dell’Artista Alessandro Piano, i “tronchi d’albero” che sorreggono i piani di cristallo dei tavoli rotondi e le sedute trasparenti, la ricercata apparecchiatura e tutto il contesto accompagnano lo sguardo lungo le Tre Sale e il “Privé” nascosto da arcate.

Il Ristorante20TRE” oltre a offrire percorsi gastronomici (strettamente stagionali e con materie prime di altissima qualità soprattutto del Territorio) che si pongono come trait d’union tra tradizione non solo genovese e innovazione, accompagnati da una grande scelta di Vini, ha anche un ottimo serviziodelivery” (consegna a domicilio pranzo e cena).

Per i molti suoi pregi il Ristorante20TRE” in questi anni si è guadagnato molti riconoscimenti confermati anche dalla presenza del Locale nell’Edizione 2024 della “Guida Rossa Michelin” e nellaGuida Ristoranti d’Italia 2024 Gambero Rosso”. 

Recentemente, per rafforzare ancor di più la sua presenza praticamenteistituzionalenel Cuore di Genova, al “20TRE” è arrivato un nuovo giovane ed esperto Chef: Davide Diane.

Davide è nato a Genova nel 1998, seguendo la sua innata passione per il buon cibo e per la cucina, sin da piccolo aiutava il padre, un “Genovese Doc” con origini Italo-Franco-Spa­gnole, nelle cucine del suo Ristorante in Croazia. La Croazia per Davide è stata una seconda casa, vi ha trascorso numerose vacanze estive e poi, in se­guito, vi ha abitato per qualche anno per via dell’attività di ristorazione del padre. In Croazia Davide è entrato in contatto con un mondo rurale appassionato e sincero, vigneti, orti e frutteti, oltre ad allevamenti di bestiame, e qui ha appreso quanta attenzione si deve avere per le materie prime di alta qualità.

Le origini Italo-Croate-Franco-Ispaniche di Davide hanno alimentato la sua naturale curiosità e la predisposizione di scoprire nuovi orizzonti. A 15 anni si è trasferito a Padova dove ha frequentato e si è diplomato all’Istituto Alberghiero. Successivamente Davide Diane ha fatto straordinarie esperienze nelle Cucine di magnifici Ristoranti come “Le Calandre” (Tre Stelle Michelin) a Rubano (PD), della mitica Famiglia Alajmo (titolare di 13 Locali super premiati, 11 in Italia e due all’Estero), e da “Feva” (Una Stella Michelin) nel Centro Storico di Castelfranco Veneto (TV) con lo Chef Patron Nicola Dinato Maestro anche di Cucina Molecolare.

In anni più recenti, prima di tornare a Genova ed entrare al Ristorante20TRE”, Davide ha fatto esperienze in alcuni Hotel, prima a Merano al lussuoso “La Maiena Meran Resort” (5 Stelle) e poi in Svizzera a Saint Moritz, presso l’elegante “Conrad’s Mountain Lod­ge”, di seguito un’esperienza molto proficua presso i RistorantiPacifico” di Milano e in quello di Portocervo, Comune di Arzachena in Provincia di Sassari, dove ha potuto apprendere i segreti della “Peruvian Nikkei Cusine”, un tipo di Cucina Fusion che combina elementi della tradizione gastronomica Giapponese con quelli Peruviani.

Al Ristorante 20TRE” il bravo Chef Davide Diane, supportato dalla giovane Brigata di Cucina, offre un Menù ricco di ottime preparazioni coinvolgenti e giocose, realizzate con un approccio creativo senza porre limiti alla fantasia come: Capesante al beurre blanc, cialda allo zafferano e polvere di porcini; - Scampi scottati, aria di bisque, pasta di arancio; - Riso Acquerello mantecato al Franciacorta, tartare di gambero viola e cedro candito; - Ravioli ripieni di sedano rapa affumicato con cimette di broccolo, cavolo romanesco e polvere di porcino; - Fettuccine di pane al pesto; - Crostatina al cacao, cremoso alla nocciola e gelatina di pera; - Crumble di cioccolato, spugna verde, namelaka al tartufo nero. Per non parlare poi dei sorbetti e i ge­lati della Casa, mantecati artigianalmente poco prima del servizio. 

La straordinaria atmosfera che troverete al Ristorante20TRE” è frutto di grande professionalità e cordia­lità, un lavoro sinergetico tra Titolari e Collabo­ratori, un meccanismo ben oliato con Barbara Palazzo, donna straordinaria, vulcanica e super affascinante, e il valente Andrea Venturi che gestiscono le Sale insieme ai Som­melier Giampiero e Sara.

Mentre Stefano Dagnino, che da poco più che ventenne gestiva già una tavola calda e successivamente ha messo a frutto tutta la sua esperienza accumulata nel settore in altri Locali, con l’apertura del “20TREè di supporto ai fornelli.

Al noto Ristorante 20TRE nel Centro Storico di Genova troverete una grande accoglienza e i deliziosi piatti preparati dal nuovo Chef il bravo Davide Diane.

https://www.ristorante20tregenova.it/


"20TRE" a Genova: Una Vista Interna (Foto Laura Bianchi) 

 Barbara Palazzo e Andrea Venturi (Foto Laura Bianchi)

Calda ed Elegante Accoglienza (Foto Laura Bianchi)

 Lo Chef Davide Diane (Foto Laura Bianchi)

Capesante al Beurre Blanc... (Foto Laura Bianchi)

Scampi Scottati, Aria di Bisque.... (Foto Laura Bianchi)

Acquerello con Tartare di Gambero Viola... (Foto Laura Bianchi)

Crumble di Cioccolato, Spugna Verde... (Foto Laura Bianchi)

Crostatina al Cacao, Cremoso alla Nocciola... (Foto Laura Bianchi)

Lo Chef Stefano Dagnino (Foto Chiara Schiaratura)
 
Andrea Venturi, Barbara Palazzo, Davide Diane (Foto Laura Bianchi)